Pignoramento del conto corrente: come funziona la procedura
Marzo 17, 2020A volte capita di non riuscire a recuperare un credito, perché il debitore non riesce a saldare la somma dovuta. In queste situazioni una soluzione a cui si può ricorrere è rappresentata dal pignoramento del conto corrente. La procedura negli ultimi tempi è stata resa più semplice da effettuare. Infatti l’obiettivo è quello di tutelare i creditori dalla mancata restituzione del denaro che hanno prestato. Non è detto infatti che il debitore non restituisca la somma ricevuta soltanto per delle difficoltà economiche. A volte la restituzione non avviene anche se il soggetto dispone di una certa liquidità, ma non intende pagare lo stesso.
Cosa fare per avviare la procedura
Innanzitutto, per poter richiedere l’avvio della procedura del pignoramento del conto corrente, devi essere sicuro che il debitore sia titolare di un conto. Per poter avere questa certezza, potresti avviare delle investigazioni sullo stato patrimoniale, come per esempio il servizio che ti offrono gli esperti di https://visionindagini.it/.
In questo modo puoi appurare se il debitore è titolare di un conto corrente bancario o postale. Inoltre le indagini patrimoniali ti danno l’opportunità di vedere la situazione in positivo o in negativo del saldo del conto corrente, per poter decidere di conseguenza e per poter comprendere fino in fondo se davvero il debitore non dispone della liquidità per saldare il debito.
Qual è la procedura per il pignoramento del conto corrente
La procedura di pignoramento del conto corrente è differente, in base al soggetto che agisce per avviarla. Possiamo avere un soggetto privato o l’Agenzia Entrate e Riscossione. Quali sono tutte le fasi che vengono messe in atto?
Innanzitutto viene notificato al debitore, tramite l’azione dell’ufficiale giudiziario, l’atto di precetto. Con l’atto di precetto si intima come ultimo avviso il pagamento della somma dovuta, che deve essere corrisposta entro 10 giorni.
Soltanto dopo aver notifica il precetto, il creditore può notificare il vero e proprio atto di pignoramento. Quest’ultimo non deve essere inviato soltanto al debitore, ma anche alla banca presso cui il soggetto ha il conto corrente. Normalmente le copie si inviano nello stesso momento.
Il creditore può individuare facilmente quale sia la banca di riferimento, perché dopo la notifica del precetto può fare una richiesta al presidente del tribunale di essere autorizzato ad usare l’anagrafe dei conti correnti. Questa autorizzazione vale almeno per un soggetto privato, perché l’Agenzia delle Entrate non ha bisogno di richiedere l’autorizzazione.
Con l’atto la banca non deve corrispondere somme di denaro al debitore. Questo viene fatto per evitare che il debitore di fatto possa prelevare la sua liquidità. Quindi concretamente il conto corrente si ritiene bloccato.
Che cosa succede quando viene bloccato il conto corrente
Nel caso di un pignoramento del conto corrente e quindi con il conto bloccato, se la procedura è stata avviata da un privato, non necessariamente vengono pignorate tutte le somme, ma soltanto quelle relative al debito, se si dispone di un saldo più alto.
Non ci sono comunque dei limiti minimi di importo relativi ad un debito per procedere al pignoramento del conto corrente. Infatti è il creditore stesso che può stabilire quando richiedere il pignoramento a propria discrezione.
Inoltre devi considerare che il creditore non solo ha la facoltà di pignorare un importo pari a quello che corrisponde al debito, ma può anche richiedere un importo che corrisponda al credito aumentato della metà, per coprire gli interessi e le spese relative alla procedura che ha sostenuto.
Con un’udienza ad una data prefissata, che viene indicata sullo stesso atto, si invitano le parti a presentarsi in aula per poi effettuare il vero e proprio trasferimento della somma bloccata. Il debitore comunque può contestare il pignoramento con una specifica opposizione all’esecuzione.