Visita cardiologica: cos’è e come si svolge
Dicembre 22, 2018La visita cardiologica è un esame a cui ci si sottopone quando si vuole controllare il funzionamento del proprio cuore. Non a caso, è questo il passo di default che va fatto se lo scopo è di scovare un qualunque tipo di problema cardiaco. Farsi una visita al cuore vuol dire diagnosticare ed eventualmente risolvere attraverso le terapie, qualunque sia il problema legato all’organo vitale.
Quando necessita una visita al cuore
Se il nostro intento è quello di porre davanti a tutto Salute e Benessere della nostra persona, allora si potrebbe partire con un controllo cardiologico. Di norma la visita dura dai 15 ai 30 minuti, a seconda di problemi e sintomi che si avvertono, e a seconda dell’esito dell’elettrocardiogramma. Inoltre, non è previsto alcun tipo di preparazione prima della visita, pertanto il paziente non deve sottostare a nessun tipo di azione propedeutica alla visita.
Grazie ad un controllo al cuore si possono effettuare le giuste diagnosi legate ai nostri disturbi, attuando poi la giusta terapia per le comuni patologie cardiache come cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, malattie alle valvole cardiache, scompenso cardiocircolatorio e così via.
Un qualunque laboratorio di cardiologia, una clinica, un ospedale, un centro autorizzato o un medico privato, possono effettuare le visite ai pazienti. Non per forza bisogna già essere cardiologicamente patologici per essere sottoposti a controllo: può anche esserci la semplice esigenza di voler prevenire, o magari in vista di alcune sintomatologie come affanno, dolore toracico, svenimenti, palpitazioni, astenia o capogiri.
Come si struttura una visita Cardiologica
Data una prima infarinatura generale sulla visita al cuore cerchiamo di capire ora come si suddivide il momento analitico. Il medico suddivide il tempo in sei parti, che possono essere tranquillamente ridotte o equilibrate a seconda delle esigenze del paziente che si reca dal cardiologo
Comunque, generalmente, in una prima fase, detta non a caso anamnesi, il medico mette insieme tutte le informazioni utili legate al paziente e alla sua famiglia. Questo allo scopo di gettare le basi per la visita in sé e per sé, indirizzandola nell’uno o nell’altro verso. La prima parte prevede pure un colloquio col paziente che deve spiegarsi nel modo più dettagliato possibile, per cercare di far capire al cardiologo se esiste una predisposizione genetica, o se più semplicemente ci sono stati dei disturbi e dei malesseri fisici che possano aver dato l’allarme
In un secondo step, poi, il cardiologo esperisce un esame obiettivo: analizza cioè tutte le caratteristiche fisiche e semiotiche del paziente, semplicemente, percuotendolo, palpandolo, ascoltandolo, eventualmente insieme a particolari manovre necessarie per la diagnosi.
Si prosegue poi con la fase dell’elettrocardiogramma (ECG), una registrazione esterna dei potenziali elettrici del cuore che consente al medico di porre in essere un’ interpretazione dettagliata della funzionalità dell’organo.
Infine poi ci sono le valutazioni circa ulteriori esami di laboratorio, qualora dalle fasi precedenti sia emersa una diagnosi poco convincente. E quindi, per potersi esprimere su basi più certe, il medico cerca di ricostruire il quadro clinico del paziente con molti altri interventi per giungere ad una definitiva diagnosi del caso clinico e per dare una cura che possa migliorare la condizioni del paziente.